5 gennaio 2008

dal goleto a castel del monte con la moto di federico II

Ieri sera, "viaggiando", come al mio solito con la testa tra le nuvole dell'alta irpinia, sono arrivato all'Abbazia del Goleto... stavolta mi sono perso davvero e sono arrivato un pò tardi. Mi sono perso la prima parte (è stato ricordato un monaco benedettino, P.Lucio, che ha riaperto l’Abbazia 200 anni dopo la soppressione napoleonica; l’Abbate di Montevergine si oppose per 10 anni al proposito di P.Lucio; nel 1973 P.Lucio partì da Montevergine senza un libro e senza un abito di ricambio; con Lui l’Abbazia è risorta) . In compenso ho sentito la Messa ...era parecchio tempo. Angelo è stata una "guida" speciale nell'accompagnarci a leggere la storia e l'architettura di un luogo fantastico. Giorni fà Vi parlavo delle "forme della comunicazione" e lì ne ho ritrovata una: "l'ottagono" (nei basamenti delle colonne della Chiesa di S.Luca -1250- opera delle maestranze inviate da Federico II da Castel del Monte al Goleto, in ossequio alla Badessa Marina II). La forma del Graal? La forma della "macchina del tempo" (o configurazioni del mutamento, o moto perpetuo?). Ho ritrovato le "forme della bellezza di molti luoghi" che ho visto nei miei viaggi con la mia moto del tempo. Oltre ai cerchi e alle spirali. Ieri sera ho anche conosciuto tante altre persone speciali (Antonio Vespucci e Antonietta Cassese da S.Andrea di Conza, Tonino Restaino e Emidio De Rogatis da Teora, Giuseppe De Mita senior, Antonio Ressa e Gianni Acquavivola da Nusco, Antonio Imbriano, il giovane Gerardo Policano, i già comunitari Giovanni Maggino, Pasquale Lodise, Antonio Luongo di Cairano, Arcangelo de la Locanda, i monaci goletani Paolo Maria - Roberto e Wilfried-). Siamo partiti dalle dune di silice del Presepe allestito da Antonietta, si cava da 8.000 -ottomila- anni in prossimità di Melfi, siamo passati per il sepolcro di mARCO pACCIO mARCELLO al Goleto da 2000 anni, alla viabilità Romana (da Aeclano per la Traiana e l'Appia), a Santa Felicita, all'asse viario (pellegrinaggi + armenti) Picentia-Monte Sant'Angelo con sosta alle sorgenti dell'Ofanto (e quindi al Goleto), a S.Guglielmo e al suo terzo pellegrinaggio mancato, a Marina II, a Federico II, a Giulio II ... alle 10 e 30 eravamo in otto intorno alla colonna ottagonale ... in un council improvvisato. Siamo quindi passati da Teora (baricentro tra le civiltà di Oliveto e Cairano), col toro sannita nello stemma a Pescopagano con la petra del Giano bifronte. Abbiamo degnamente ricordato i nostri protostorico-genetici irpino-sanniti, guidati dal lupo che infine ha accompagnato S.Guglielmo -patrono dell'Irpinia- entrando in s.Pietro nella navata principale - lato dx. E i longobardi con il culto dell'Angelo, dell'Arcangelo, da Sant'Angelo (dei Lo/mbardi) a Monte S.Angelo. E ancora le fondazioni abbaziali di Guglielmo (dal Goleto verso l'Oriente a cui tendeva): S.Michele a Monticchio, S.Maria di Pierno, passando per Lagopesole, Venosa e ... Castel del Monte. / E' bella l'idea che Angelo ci ha proposto: andare a visitare Castel del Monte costruito da Federico II -che ne dite di un viaggio a piedi?- La ritengo molto importante e quasi per me una scelta obbligata (poi capirete perchè). Alcune delle "forme" architettoniche che si trovano nel Castel del Monte, Angelo le ha ritrovate nell'Abbazia del Goleto. Ho spiegato, a tutti gli amici presenti nel cerchio di ieri sera, che la ricerca, il viaggio che stiamo facendo, non è casuale. Le "forme" geometriche di Castel del Monte (in primis l’ottagono), delle Piramidi, di Stonehenge e di alcune colonne della chiesa di S.Luca corrispondono al numero aureo di Fibonacci... sull'argomento tempo fa ho scritto delle cose. // Trovate il (vostro) tempo e leggete ...(questi i due link) http://www.girodivite.it/Le-nuove-frontiere-della-fisica.html ... http://www.girodivite.it/Renato-Palmieri-ci-apre-una-porta.html saluti da Enzo Maddaloni (nanosecondo) e da Angelo Verderosa

info sul Goleto: www.goleto.it

per vedere le foto della Piazza (Premio Intraluoghi 12007): http://www.flickr.com/photos/verderosa/sets/72157603301906895/

il videoclip nella Cappella di S.Luca

Il "GIARDINIERE" ricorda Padre Lucio

Oggi pomeriggio mi sono recato al Goleto alla commemorazione di Padre Lucio, e mentre guardavo le diapositive con cui Angelo Verderosa illustrava la storia dell’Abbazia, con la mente ritornavo a quei giorni d’estate agli inizi degli anni settanta quando un gruppo di ragazzi e ragazze di cui facevo parte anch’io, provenienti da ogni località d’Italia per le vacanze estive a Nusco, a piedi scendeva alle - allora - rovine del Goleto, per visitarle e per conoscere Padre Lucio. Erano quelli anni di grandi fermenti politici e ideali ed eravamo affascinati dalla scommessa di Padre Lucio di far rivivere quelle pietre, di costruire una comunità attorno a degli ideali che noi giovani studenti alquanto confusamente, mischiavamo con i capovolgimenti di anni belli e terribili. Stavamo ore seduti sulle pietre a discutere con lui anche animatamente ma senza mai perdere di vista la prospettiva che lui ci raccontava come se fosse cosa viva: far rivivere il Goleto. Credo che ci sia riuscito, anche se lui non ha potuto vederlo - e mentre ritornavo in macchina a casa, vedevo le luci dell’Abbazia nella notte della valle dell’Ofanto illuminata come un faro di speranza per viandanti senza meta. Padre Lucio ha vinto la scommessa! __ Il giardiniere 4/1/2008

le foto della cerimonia di dedicazione della Piazza a P.Lucio Maria De Marino al Goleto http://www.flickr.com/photos/verderosa/sets/72157603649051470/

1 commento:

Anonimo ha detto...

In ricordo di Padre Lucio /
Oggi pomeriggio mi sono recato al Goleto alla commemorazione di Padre Lucio, e mentre guardavo le diapositive con cui Angelo Verderosa illustrava la storia dell’Abbazia, con la mente ritornavo a quei giorni d’estate agli inizi degli anni settanta quando un gruppo di ragazzi e ragazze di cui facevo parte anch’io, provenienti da ogni località d’Italia per le vacanze estive a Nusco, a piedi scendeva alle - allora - rovine del Goleto, per visitarle e per conoscere Padre Lucio.

Erano quelli anni di grandi fermenti politici e ideali ed eravamo affascinati dalla scommessa di Padre Lucio di far rivivere quelle pietre, di costruire una comunità attorno a degli ideali che noi giovani studenti alquanto confusamente, mischiavamo con i capovolgimenti di anni belli e terribili.

Stavamo ore seduti sulle pietre a discutere con lui anche animatamente ma senza mai perdere di vista la prospettiva che lui ci raccontava come se fosse cosa viva: far rivivere il Goleto.

Credo che ci sia riuscito, anche se lui non ha potuto vederlo - e mentre ritornavo in macchina a casa, vedevo le luci dell’Abbazia nella notte della valle dell’Ofanto illuminata come un faro di speranza per viandanti senza meta.

Padre Lucio ha vinto la scommessa!

Il giardiniere 4/1/2008