5 gennaio 2008

la libertà di essere vasti

Ieri mattina ho scritto l’articolo intitolato “stipendi e rifiuti”. L’ho scritto per un sentimento d’indignazione che mi dava un dolore fisico, dolore che la scrittura dell’articolo non ha dissolto. Ieri pomeriggio ho scritto le poesie che potrete leggere qui sotto. Perché le metto? Per affermare la liberà di essere vasti. Abito diversi luoghi. Sono una creatura di frontiera. Non è un merito. È così e basta. L’articolo è fatto ed è già perso nel vortice delle chiacchiere che si elidono a vicenda. Su queste poesie ritornerò, le alleverò come porcellini e non so che fine faranno. Le parole della poesia hanno bisogno di riletture nel tempo per vedere se resistono. Ma intanto, qualunque sia la vostra reazione, adesso sono qui, esposte come panni al vento. __ arminio 4.1.08
L’ASTRO INCAPPUCCIATO
1.
Batto i tasti senza sapere se sono vivo o morto,
guardo le mie scarpe, sento che ho le dita
un poco fredde e vado avanti, avanti
con la mente che mi bagna le braccia
e poi cade a terra, la mente come una luce
che filtra dal mio corpo e prende la via del mondo,
la mente che prende il mio corpo tra le sue braccia,
ora tutto il mondo è tra le mie braccia,
venite a vederlo, pare un bambino appena nato.

2.
Tutto questo tremare,
questo tremare in continuazione
che mi ha così stancato.
Mai un giorno, mai un momento
che sono stato tranquillamente morto
in mezzo alla vita, addormentato
come cosa tra le cose,
sempre lì a cercare, sempre ad agitarmi
per ingrandire l’attimo che viene
mai la voglia di evitarlo,
mai la voglia di trascurarvi,
di trascurarmi.
3.
Parliamo, lottiamo,
svegli, vivi, addormenti,
col sole, con la nebbia,
da bambini, da vecchi,
allegri, tristi, moribondi,
sempre noi,
ombre illuminate da un cerino,
cerini dell’ombra.
4.
Il giorno in cui moriremo
il vento come sempre passerà
in mezzo a questa casa che si chiama mondo.
In mezzo alla casa un corpo rigido,
trascinato via dalle invisibili formiche
dell’eternità.
5.
Quando moriamo
la mente si apre come una tovaglia,
si apre a tal punto che non può contenere
più nulla, neanche una briciola del nulla.

6.
In certi funerali le persone
hanno una bella faccia, bella voce
e pare che si vogliano riunire
come per sciogliere vecchi confini.
La casa del morto fa tenerezza.
C’è chi guarda con attenzione
anche un tavolo, anche un calendario.
7.
Un sorriso,
un femore rotto,
un amore, un morto…
tutto è appoggiato
sulla barca senza destino
che vaga per il corpo.
8.
Andate nel mio letto,
andate a prendere le mie mani
andate a prendere la mia faccia.
Con le mie mani ho salutato la mia faccia
con la mia faccia ho salutato le mie mani.
9.
Adesso ho un umore cieco,
mentre prima mi sentivo lieve
nel saliscendi della vita,
mi piaceva che andasse da ogni parte.
Adesso il tempo si è ammalato
mi passa dentro come una valanga,
come un cane affamato.

10.
Non sono mai stato dentro la vita.
Ci ho sempre girato intorno
come se fosse una mina antiuomo
che se la tocchi scoppia.
Adesso lo so che ho sbagliato
e che bisogna esplodere,
perché il nostro corpo è già una fiamma,
una succursale del sole,
un piccolo astro incappucciato.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

La vena poetica di Franco è quella che sento più vicina alla mia sensibilità. E' così raro trovare buoni poeti! Di polemisti o altro, invece, ce n'è a iosa...

Anonimo ha detto...

Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.

Anonimo ha detto...

Devi deciderti: o fai il poeta o fai il politico. Le due cose sono incompatibili, almeno nell'attuale sistema politico in cui la passione politica più genuina, gli ideali (a maggior ragione la sensibilità poetica) sono divorati dal cinismo e dal carrierismo. Se non decidi da solo, prima o poi deciderà per te qualcun altro, deciderà il sistema, uccidendo l'animo poetico che alberga in te.

Anonimo ha detto...

Sono appena tornato da un concerto del coro di voci bianche del Teatro Carlo Gesualdo tenutosi nella chiesa di San Nicola a Gesualdo, quasi 120 giovanissime voci hanno inomdato il paese di canto.

Eccomi ad ascoltare le tue poesia, caro franco, sono le h 24,00 ed è un piacere leggerti.

Le parole che raccontano se stesse non le sopporto più, solo quelle centrate nel ritmo della poesia sono ancora ascoltabili e feconde di silenzio.

grazie
dario

P.S. A Gesualdo ho incontrato il magnifico Basilio, che all'uscità dalla chiesa, dopo il concerto, nel bar centrale mi ha offerto un piatto di spaghetti, invece del solito scontato caffè, un vero caldo imprevisto fumante piatto di spaghetti, ma che cosa volete più dalla PROVVISORIETà.

Anonimo ha detto...

Carissimo Amico Mio,
Adesso ti svelo un segreto......

Il Segreto del Pizzaiuolo......

http://www.girodivite.it/Il-segreto-del-pizzaiuolo.html

Congrande affetto,

Nanosecondo

P.S. La poesia è bellissima. Morire prima per non morire. Bisogna ricominciare dal nostro modo d'essere. La Comunità Provvisoria solo così vive!

comunità provvisoria ha detto...

Caro Franco,
non è da oggi che io apprezzo le tue poesie. Forse l'ho fatto prima di altri che hanno indugiato molto prima di riconoscerne il valore letterario.
Oggi ti scrivo non solo per ringraziarti delle belle poesie che ci offri, ma per sollecitarti a una pubblicazione forte e seria di tutto il tuo corpo poetico o di una decisiva antologia.
Io me l'aspetto da anni e se l'aspettano, per la verità, anche quelli che hanno apprezzato la tua scrittura in prosa e non ti conoscono come poeta se non per sprazzi e piccole cose.
Sì, certo, ci sono stati, i libri pubblicati da editori locali, ma quì urge una pubblicazione poetica forte e "nazionale".
Ecco, mi piacerebbe che tu facessi a noi (a me)un regalo per i prossimi mesi, magari un bel regalo per l'anniversario della "Comunità Provvisoria": un libro, anzi "il" libro di poesie di Franco Arminio.
Con affetto
Michele Fumagallo

Anonimo ha detto...

Siete bravia a far sparire a vostro piacimento commenti prima pubblicati, vero.

Anonimo ha detto...

cara carla sono contento che i versi trovino ancora un filo di spazio nella babele delle chiacchiere.
e sono anche felice della tua postura in questo blog.

Anonimo ha detto...

il verso tagliato,
teso al punto giusto.
verso il rarefatto.
l'immagine si torce, eppure
resta piana.
come miele di purgatorio dentro stilla piano.
se non si fosse viglili, scrivendo si imiterebbe, in questo momento, franco _
alfonso