5 gennaio 2008

stipendi e rifiuti

Metto qui un pezzo che uscirà domani 4 gennaio sul corriere del mezzogiorno. Quando comincio un discorso cerco di portarlo avanti e mi piace farlo anche senza vezzi letterari. So che in fondo è penoso dover ricordare certe cose, bisognerebbe parlare di ben altro (e io penso di farlo) ma abbiamo una regione sommersa di immondizia e abbiamo questi politici. Si può discutere sulle forme, ma un ritorno alla politica mi pare importante. Nei prossimi giorni mi piacerebbe che cominciassimo a ragionare intorno al tema del paesaggio. In fondo è stato il tema con cui abbiamo avviato la comunità. __ f.a. 3.1.2008
Stipendi e rifiuti
Il recente “rifiuto” dei consiglieri regionali di ridurre il proprio stipendio del dieci per cento è molto grave di fronte alla ormai macabra situazione dei “rifiuti”. Mettiamo anche che i politici campani siano bravissimi a risolvere ogni genere di problema, ma il fatto che da anni ci sia un commissario straordinario che si occupa dell’immondizia vuole dire che si tratta di politici destituiti di almeno una parte della loro funzione e quindi sarebbe logica la riduzione dello stipendio.
Qui non c’entra niente l’antipolitica e non c’entrano niente i discorsi sulla vecchia e la nuova politica. È una questione di giustizia. Un operaio viene pagato per le ore di lavoro effettivamente svolte. Nelle fabbriche bisogna recuperare anche un ritardo di cinque minuti. Non si capisce perché i politici debbano impunemente essere liberi di fare danno: basti pensare al fatto che senza rifiuti Napoli sarebbe piena di turisti. A questo punto qualcuno dirà che l’arma per far pagare il conto è in mano ai cittadini e si chiama voto. È un’obiezione fondata solo in parte. Sappiamo bene che con i meccanismi attuali non siamo noi a scegliere i nostri rappresentanti nelle istituzioni, ma si tratta semplicemente di confermare scelte fatte da altri.
Prima di discutere su come risolvere i problemi di una società, i diversi partiti hanno il dovere di avere le carte a posto. E siccome il pd, cioè il partito che governa quasi tutto in Campania, sta costruendo in questi giorni le sue carte, sarebbe opportuno che ci fossero scelte nette e di minima decenza.
Se la riduzione dello stipendio è un gesto di rispetto nei confronti dell’intera società che si pretende di governare, scrivere una norma che impegna gli eletti a versare una quota significativa al partito è un gesto di rispetto nei confronti della politica che si pretende di rappresentare. In questo campo si può procedere anche in maniera unilaterale, non c’è bisogno di tavoli e convergenze istituzionali.
Senza la riduzione degli scandalosi costi della politica è come assistere a un incontro di pugilato in cui i contendenti sono imbottiti di cocaina. La colluttazione è singolare: non si fanno male quelli che fingono di combattere ma i cittadini che assistono allo spettacolo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Franco,
sarai un grande scrittore ed io sono un grande tuo ammiratore, sarai un valente esponente del PD irpino anche se il mio voto non lo avrai mai, ma devo dirti che nel ragionamento sulla riduzione dello stipendio fai un errore grossolano. Non pretendo che tu sappi pure di diritto costituzionale (fui bocciato 12 volte all'università) ma un concetto deve esserti chiaro. Una cosa sono i partiti una cosa sono le istituzioni. Le prime per definizione sono faziose, le seconde per definizione sono neutre. I partiti concorrono per il potere e per gestire le istituzioni ma nell'agire all'interno delle istituzoni bisogna dimenticare di appartenere ad un partito.
Bassolino è anche il mio governatore anche se non l'ho votato, perchè non rappresenta i ds o il PD ma rappresenta la regione Campania tutta. Dico questo perchè una riduzione degli stipendi deve essere destinata al bilancio regionale e non devoluta pro bono al proprio partito di appartenenza. altrimenti si confonde l'attività istituzionale con quella dei partiti. Se si riduce il costo della politica non sono i partiti a doverne trarre vantaggio ma le istituzioni tutte. io non credo alla politica delle ideologie, credo alle politiche delle azioni e le azioni si fanno svuotando un capitolo di spesa per avvantaggiarne un altro. Alla fine credo più nella contabilità e nella partita doppia piuttosto che nei buoni propositi del più alto scienziato della politica.
come sempre per nome e cognome
Antonio Romano

Anonimo ha detto...

Ancora politica...poitica...politica...sembra che il blog esiste aoslo per fare poloiticia...munnezzzza...munnezzzzzzzza...munnnezzzzzzzza
E BASTA!!!!
DI MUNEZZZZZA NE ABBIAMO LE TASCHE PIENE

Anonimo ha detto...

caro franco, come sai, e come
ci è di recente stato ribadito da michele ciasullo, nella già
memorabile serata bisaccese dell'altro giorno, il problema nuovo della
politica a breve termine è quello della credibilità. come sai sul tema
ho alcune riserve, visto che noi, pur essendo un unico soggetto
individuabile in un corpo, un volto e un nome, ci rappresentiamo
diversamente, a seconda del palcoscenico relazionale che calchiamo e,
su uno stesso palcoscenico, a seconda del ruolo che rivestiamo.
non
credo, quindi, a soluzioni radicali immediate che restituiscano
all'eden originario la sua innocenza.
si può iniziare con l'apprezzare
questo forse ipocrita sforzo. ma è un inizio, se è un inizio. spero non
sia tutto qui. spero non sia la fine.
a volte le grandi innovazioni
cominciano in sordina, magari anche controvoglia e senza convinzione.
fai bene tu ad additare ciò che non va, ma dobbiamo anche guardare con
interesse i piccoli segnali.
alfonso

Anonimo ha detto...
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