12 dicembre 2007

grazie ad Antonio Lapenna

“Come già sosteneva Nietzsche, è sempre una cosa sola quella per cui la felicità diventa felicità: il poter dimenticare. L’appello all’oblio è arte del consorzio civile: bisogna saper dimenticare non soltanto le sopraffazioni degli altri ma anche il proprio scontento, in modo che si riannodi incessantemente il filo della vita comune. Ma una nuova ansia, finora sconosciuta, sembra stringere l’uomo moderno. La memoria è controllabile, l’oblio no. Non esiste una tecnica per dimenticare: la dimenticanza vive come desiderio, in una sorta di perenne stato brado”. Un grazie ad Antonio Lapenna! / Il giardiniere

programma provvisorio per il 16 dicembre

Cari amici, domenica 16 dicembre ci vedremo all'Abbazia del Goleto. Sarebbe bello se ci fossero tutti i "provvisori" che hanno partecipato agli incontri fatti in questi mesi. Sarebbe bello se ci fossero anche altre persone. Siete pregati di estendere l'invito (anche telefonando). Si può arrivare al Goleto anche senza preavviso, ma sarebbe il caso di far pervenire la propria adesione, in mondo da regolarci in base al numero dei presenti sugli spazi da utilizzare / Programma provvisorio: 11.15: raduno / 11.30: comizio di andrea di consoli / 11.50: proiezione del documentario: scuola di paesologia (segue discussione in cui ognuno potrà raccontare il suo rapporto con il luogo in cui vive) / 13.30: pranzo (vedi seguito) / 15: visita guidata all'abbazia /
16: il padre degli animali (andrea di consoli parla della sua letteratura) / 16.45: caterina pontrelandolfo, canti nella cappella di san luca / 17.30: poesia e paesaggio, letture e riflessioni di adelelmo ruggieri / alle 18.30 si può partecipare ai Vespri con i piccoli fratelli / 19: avvio petizioni per un'altra irpinia: sono 2 ! raccolta adesioni / 19.30: demo sul corretto utilizzo del sito e della e.mail
il 16 sarà un anticipo del progetto CANTIERE GASTRONOMICO, ci saranno le eccellenze delle tipicità irpine. la Comunità, istituendo un fondo cassa, con l'ausilio del pioniere eno-gastronomico Antonio Vespucci, provvederà al banco formaggi e salumi, al vino e al pane. Ognuno rimane impegnato nel portare qualcosa da casa: una teglia infornata, frutta secca, torrone irpino e dolci natalizi; ci sarà una condivisione pubblica di quello che si proporrà: ingredienti, provenienza, preparazione, memoria.

Ariano nella storia


Ho avuto il piacere di leggere in anteprima le bozze del nuovo testo di Domenico Cambria, “ARIANO NELLA STORIA DAI NORMANNI ALL’UNITA’ D’ITALIA” e con estremo piacere debbo dire che ancora una volta il nostro autore hirpino (piace tanto all’amico Cambria porre la “h” iniziale ad Irpinia) si è superato. Quella che Cambria ha voluto mettere in evidenza non è tanto la storia di Ariano, che rappresenta certamente un pezzo di storia della nostra provincia, bensì il contesto storico medioevale del mezzogiorno d’Italia, al suo interno la potente contea di Ariano che, assieme a Capua, Melfi, Benevento e Salerno rappresentarono a partire dall’anno 1000 il fulcro della storia del meridione d’Italia. Così come assemblato, il libro di Cambria non solo rappresenta una novità assoluta per gli arianesi ma per noi stessi della provincia di Avellino in quanto Cambria parte da lontano per giungere infine ai momenti storici che maggiormente interessano la nostra provincia a partire dai normanni e da Ruggiero II agli angioni, agli aragonesi, alla Repubblica Partenopea, infine al Risorgimento. Ed è una pagina di storia narrata non tanto dallo storico ma da un romanziere, tanto sono avvincenti alcune sue pagine ed alcune sue considerazioni che lasciamo interpretare al lettore. All’interno dei grandi avvenimenti, quelli locali con Mazas, sino alla fine della feudalità, a Morelli e Silvati, per proseguire con una notevole pagina sul brigantaggio: “una grande pagina di storia occultata”. A questo punto Cambria, evidentemente per inserire il suo pensiero politico probabilmente da tempo riposto, si chiede: cosa è cambiato al sud dal 1860 ad oggi? Niente, si risponde l’Autore “… al sud non è cambiato proprio nulla!”; anzi la situazione si è aggravata. E qui Cambria “piazza” tre capitoli che possiamo considerare i gioielli del testo: il primo dedicato all’Europa Globale, nel quale si evince chiaramente che Cambria è un non-global, un cattolico ed un convinto centrista; nel secondo Cambria accusa l’Italia di essere passata con le regioni ed i suoi enti ad un sistema di stampo feudale; nel terzo ammonisce addirittura la Chiesa per essere poco presente, o addirittura di avere timore di parlare, in un momento di non valori nel quale deve fare sentire maggiormente la sua voce che è speranza, fede, carità.
Pensiamo che ancora una volta Cambria abbia centrato un obiettivo di grande rilevanza non solo storica, ma sociale. Il testo necessita da parte di tanti, di risposte precise e significative.
Prof. Ottaviano D’Antuono, direttore del Museo Civico di Ariano Irpino

E' Natale, poesia di Gaetano Calabrese

Ciao Comunitari,
ecco una poesia sul Natale del nostro grande Gaetano Calabrese.
Cliccando sull'immagine potrete leggere la composizione.
A presto