11 dicembre 2007

entente cordiale

Mio caro Eduardo, ho letto con divertimento mescolato ad apprensione le tue due ultime
mails. Divertimento dovuto alla tua ironica presa di distanza dagli eventi, sia personali sia pubblici, in cui pure sei e sei stato coinvolto, al tuo gusto per il calembour, per la distorsione piena di "agudeza" (direbbero i miei barocchi spagnoli) dei significanti e dei loro significati, e apprensione perché io un amico così, nuovo e sorprendente, vitale e tenero, non lo voglio perdere. E poiché sappiamo che alla nostra veneranda (nel senso di cara a Venere) età,
vedersi e incontrarsi diventa sempre più problematico, per gli impegni, la pigrizia di uscire dal proprio guscio, dal ritmo dei propri giorni, così ben organizzati e rassicuranti, la lontananza
delle nostre città (50 km di ingorgo permanente, come ha ben ipotizzato quell'altro bell'ingegno di cui scrivi, e adesso aggiungici la lobby degli autotrasportatori...), per tutto questo, insomma, io
fidavo nella mia buona stella e mi dicevo: Eduardo, con todos sus pensamientos y alegría a cuestas, lo rivedrò senz'altro negli incontri della Comunità, magari già al Goleto! Ed ecco che tu, come un meteorite neanche troppo buono come ormai i vulcani e i terremoti, ci scagli addosso questa minaccia di abbandonarci, ora, qui, come tanti ossicini privati della polpa, scarnificati, un pochino repulsivi, 'na vera schifezza, insomma! Ma come! Solo perché un secondo giro dello
psicodramma di gruppo non t'è piaciuto rinunci al prossimo? Ma lo sai che a Cairano è stato un sacco bello?? E che potrebbe esserlo anche al Goleto, dove fra l'altro tu ci hai pure aderenze in alto loco (leggi S. Guglielmo)? Mi querido, un poco di compassione per questi poveri montanari,
sanniti di ritorno, irpini di vocazione, metropolitani mancati, provinciali invidiosi ed invidiati, a volte ispidi e irsuti come i loro lupi, ma non per stigmate geoantropologiche, no, dai! Non ti
siamo piaciuti, in qualche momento, non per incompatibilità ambientale fra il monte e il piano, ma solo perché uno (due, tre) di noi ha sbagliato atteggiamento, intonazione, gestualità, ha detto una parola di troppo o di meno: please, non ci cancellare dalla mappa della tua geografia dello spirito per questo. Non ci cancellare proprio, anzi, insisto. Resta cummè, pe' carità! Scommettiamo che se insisti nel frequentarci ti riconcili non solo con Arminio, ma anche con
l'architettura moderna e postmoderna, e ti trovi una bellissima casa in alta o bassa Irpinia, dove venire come in quel buen retiro a cui aspiravi? E' davvero imprescindibile sapere dove andremo a parare, se siamo combattenti o no, chi sono i nostri compagni di strada, qual è la battaglia o se non ce n'è nessuna? Io penso che l'esserci conosciuti e posti in contatto, fra così tante
intelligenze e sensibilità, sia già un grandissimo dono, inaspettato di questi tempi bui. Stringiamoci a coorte, por favor, e non andiamo perdendo pezzi per strada: sono anche pezzi nostri. Con un grande abbraccio, Carla

1 commento:

Anonimo ha detto...

continuate così, ve ne prego
vi leggerei per anni interi
siete soffici, amabili, abili
alamà non te n'andà
san guglielmo ti aspetta (al goleto)