“Come già sosteneva Nietzsche, è sempre una cosa sola quella per cui la felicità diventa felicità: il poter dimenticare. L’appello all’oblio è arte del consorzio civile: bisogna saper dimenticare non soltanto le sopraffazioni degli altri ma anche il proprio scontento, in modo che si riannodi incessantemente il filo della vita comune. Ma una nuova ansia, finora sconosciuta, sembra stringere l’uomo moderno. La memoria è controllabile, l’oblio no. Non esiste una tecnica per dimenticare: la dimenticanza vive come desiderio, in una sorta di perenne stato brado”. Un grazie ad Antonio Lapenna! / Il giardiniere
12 dicembre 2007
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3 commenti:
la pace sia con voi
amen!
La dimenticanza è possibile per i giusti, in un mondo di giusti. Come si fa a dimenticare difronte a un mondo di ipocriti e di presuntuosi sottoacculturati.
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