11 dicembre 2007

sulle ragioni della Comunità Provvisoria

Fare una comunità provvisoria in Irpinia significa lottare contro il codice genetico di questa terra. La tanto evocata vita comunitaria del passato era quasi sempre coatta, legata a necessità contingenti: si aveva bisogno degli altri, ma non si stava con gli altri per amore. In quanto popolo di pastori siamo essenzialmente solitari. in quanto popolo di guerrieri, gli altri più che la voglia di abbracci a noi istigano sentimenti bellici. Bsta organizzare un'assemblea di tipo politico per rendersene conto. All'incontro del sedici saremo sicuramente tanti. Sappiamo che le cose belle fanno paura e che in fondo la felicità per essre sopportata richiede spalle assai robuste. Siamo talmente abituati alle inadempienze e alle cose che non funzionano da aver sviluppato un apparato immunitario molto potente che però alla fine ci immunizza anche dall'entusiasmo.
La nostra si chiama comunità provvisoria perché sappiano che possiamo solo aprire una breccia in questo muro. Sappiamo che prima o poi il muro si richiude perché i demoralizzatori sono sempre all'opera. Chi non alimenta questo fuoco non lo fa per distrazione, ma per scelta precisa. Lo fa perché la propria miseria per non apparire ha bisogno di confondersi con la miseria di tutti. Questa non è accidia, non è quieto vivere. Questa è una poetica, la poetica della piccola-borghesia. La comunità, prima di finire, avrà sviluppi grandi e imprevedibili. E non ci chiuderemo nel recinto irpino. Questa volta non la daremo vinta a quelli che lamentano ferite per battaglie che non hanno mai combattuto. _ Franco Arminio

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Franco!
ogni tanto mi par di leggere lo spirito di Gavino Ledda, uno che amo tanto.....
a bientot
l'Antidemita d'Ariano

Anonimo ha detto...

la nostra aria è la provvisorietà, vogliamo frequentare la gioia dell'incontro, la libertà del silenzio cantatore, il vento imprevedibile di Cairano, l'ululato di Basilio, la delicatezza determinta di Carla,la centralità della parola di Franco, lo stupore di Angelo, il canto incantato di Caterina e gli occhi, gli occhi dei provvisori.
La comunità provvisoria per allargare le braccia aprire lo sguardo.
Chi vuole partecipare è già dentro il fiume nell'imprevedibile provvisoria mutabile bellezza della vita.

Anonimo ha detto...

Quando Zaccaria divenne muto e silenzioso, il popolo comprese che aveva avuto una rivelazione.
La voce di Dio è il silenzio ed esercita una pressione infinitamente discreta, ma irresistibile.
La fede è la risposta a questa presenza discreta di Dio.
La fede dice:
offri la tua piccola ragione e ricevi il Logos:
dona il tuo sangue e ricevi lo Spirito.
Dio ha creato gli angeli in silenzio, dicono i Padri.
Dio guida i silenziosi,
mentre quanti si agitano fanno ridere gli angeli.

P. Evdokimov

Anonimo ha detto...

Alzati, GRIDA NELLA NOTTE
QUANDO COMINCIANO I TURNI DELLA SENTINELLA.
Effondi come acqua il tuo cuore e alza verso il vento le mani!

Anonimo ha detto...

mi pare
che nella comunità provvisoria ci sono persone che sarebbero
ben degne di sostituire gli attuali comandanti della politica (sempre gli stessi da mezzo secolo).
mi pare che non vada escluso un passaggio elettorale. adesso non è tempo, ma quando verrà il tempo....

Anonimo ha detto...

Dunque, ecco dove si va sempre a parare... All'approdo elettorale, ossia alla conquista del potere, seppure l'approccio iniziale sia un altro, mascherato e celato sotto mentite spoglie. Voglio essere subito esplicito: io penso che questa sia un'aspirazione più che legittima, ma non deve essere dissimulata, né deve ripararsi dietro finalità e valori che sono sbandierati come "nobili ideali". Dunque, la "provvisorietà" della vostra "comunità virtuale" sarebbe funzionale e finalizzata a questo traguardo ambizioso, ma anche legittimo? Benissimo, ma siate almeno onesti e sinceri con voi stessi.

Anonimo ha detto...

E' inevitabilmente un'azione Politica cercare la libertà e la bellezza di frequenantarsi e progettare sguardi nuovi.

Vivà la Comunità Provvisoria!
Non abbiamo necessità di proclamare niente e definire niente.
Ci siamo e vogliamo solo approfittare di questa opportunità di esserCi ora qui in questa terra acre e nobile.

Anonimo ha detto...

assecondiamo l'impulso forte e irrefrenabile di cambiare
indichiamo la bellezza
ascoltiamo il prossimo
cerchiamo un sorriso in questa terra

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente quello che dice Arminio. Oggi più che mai vivere nei nostri piccoli centri dovrebbe essere sinonimo di qualità della vita, anche culturale, data la facilità della comunicazione globale, ma con l'autenticità e consapevolezza che solo i nostri ritmi possono garantire.

Anonimo ha detto...

... ho una carriola di computer e vi ringrazio per la pubblicazione nel Blog C.P. (comunità provvisoria). Ho poca
dimestichezza con i viaggi da internauta, ma ho sentito di rispondere alla cortesia di Antonio e, come posso constatare, insieme avete fatto un buon lavoro per la comunicazione comunitaria.
al 16 dunque

Anonimo ha detto...

Io e Rosalba verremo. Ad ogni costo. Cari saluti. Franco

Anonimo ha detto...

Caro Doc. Stefano, se ti và raggiungici. Un posto veramente provvisorio ti è garantito o
meglio "asilo". Non servono passaporti. Puoi sbarcare anche con il gommone sul mare di Cairano (AV) "nell'isola che non c'è". E' proprio lì che Vogliamo realizzare "l'isola che non c'è" servono medici Miereco quelli veri per capirci ...e volontari del sorriso e clown dottori. Uno come te specializzato in cose di cuore avrebbe un sacco di lavoro da fare ....e certamente non precario.
perchè non vieni a darci una mano.....per il momento scrivo anche fiabe ....o storie di fantascienza. il segreto del pizzaiulo http: //www.girodivite.it/Il-segreto-del-pizzaiuolo.html

Anonimo ha detto...

Rammento a tutti quanto scriveva Michele Fumagallo il

9 novembre 2007
comunità / michele fumagallo

Cari Amici della Comunità Provvisoria,
l'incontro di domenica 11 novembre a Cairano è il terzo dopo quelli di Bisaccia e Abbazia del Goleto (Sant'Angelo dei Lombardi). Dopo una partenza entusiasmante, non sfugge oggi a tutti noi l'impasse in cui si trova la "comunità" dopo appena due mesi dall'inizio della sua storia.
Vi confesso che tutto questo non mi meraviglia. E' assolutamente normale che in una comunità di amici che si incontrano in modo spontaneo e informale accada questo.
Tuttavia c'è una cosa che non deve avvenire pena la fine anticipata dell'esperienza. Ed è quella della disgregazione del gruppo. Cerco di spiegarmi.
Il primo incontro promosso da Franco Arminio alla Locanda Grillo d'Oro di Bisaccia è stato molto interessante ma mancava forse di qualche punto fermo (c'è sempre un punto fermo in qualsiasi attività umana altrimenti la cosa muore in fasce o addirittura abortisce). In queste brevi e disordinate note cerco di indicare qualche punto fermo per la nostra attività futura.
La comunità nasce come desiderio di incontro tra persone che vivono in un territorio (per adesso più o meno quello provinciale poi si vedrà), che hanno voglia di parlarsi, di conoscersi, di scambiarsi idee ed esperienze. Questa è la sua unica, e sottolineo unica, finalità. Guai a pensare di poter sintetizzare tra persone che hanno idee, esperienze e pratiche diverse di vita e di impegno civile e politico.
Guai a pensare di poter usare le persone per altre cose, anche nobili e giuste, ma qui assolutamente improprie e pericolose perché foriere di forzature distruttive. Questo è quello che dobbiamo capire tutti.
Voglio dire che a tutti noi fa comodo e piacere incontrarsi, conoscersi, parlarsi. Ma nessuno deve avere la minima impressione di essere usato per altri fini.
Momentaneamente la comunità provvisoria, e mai nome fu più azzeccato, tale è e tale deve restare.
Chi ha il suo impegno politico, lo deve esplicare per fatti suoi altrove, non qui.
Chi ha il suo impegno professionale, lo deve verificare altrove, non qui.
Chi ha desiderio, certo legittimo, di intervenire sulla realtà in qualsiasi modo, fosse pure quello semplice e banale di un comunicato stampa, deve farlo altrove, non qui.
Per quanto riguarda l'informazione dei nostri incontri, penso che in questa sede noi dobbiamo avere il coraggio (sì, si tratta proprio di coraggio oggi) della "chiusura" e del "rifiuto". Dove il termine chiusura rimanda un pò a quello di "separatezza", termine caro alle femministe di un tempo, che alludeva al guardare in se stessi, al non essere disturbati momentaneamente da altro. Mentre invece il termine rifiuto è semplicemente la messa in opera, urgente ovunque e in qualsiasi attività oggi, di una difesa dall'inquinamento e manipolazione dell'informazione nella nostra epoca.
L'informazione qui da noi, nella comunità provvisoria, è solo (solo? ma è forse la più rivoluzionaria che possa esistere!) quella che scaturisce dall'incontro e dal contatto personale, naturalemnte senza escludere, siamo sempre figli della nostra epoca, l'uso intelligente ma parco di internet.
Mi rendo conto che tutto ciò possa lasciare con l'amaro in bocca chi ha altre finalità, ripeto tutte legittime, ma qui, nella nostra comunità provvisoria, assolutamente improprie.
Sento già qualche obiezione: ma allora così che facciamo, andiamo avanti a vita a incontrarci, parlarci, eccetera? La mia risposta è no, non andremo avanti a vita. Anzi io ho una proposta da fare agli amici della comunità: andremo avanti con gli incontri mensili in luoghi diversi del territorio per un anno. Poi tutto è lasciato al caso e a ciò che accadrà dopo queste esperienze di un anno. Solo allora si farà un bilancio e si deciderà il da farsi. Oggi invece è obbligatorio stabilire che gli incontri sono assolutamente informali, piacevoli, amicali e nulla più (nulla più? ma è già tantissimo se riusciamo a fare questo, altroché!), senza decisioni di nessun tipo tranne il luogo dove incontrarsi il mese dopo.
Gli argomenti, mese per mese, possono essere decisi o da Franco Arminio, che è stato il promotore di questa iniziativa, o da chiunque nell'assemblea, magari il prossimo "padrone di casa", cioè l'amico che ci ospita nel proprio paese.
Ecco, stabilire questi punti fermi, ci fa, almeno secondo la mia opinione, uscire dall' "ingorgo", e soprattutto dal pericolo dello sfaldamento dell'iniziativa. Michele Fumagallo

Anonimo ha detto...

ma caro arminio guardando le foto dei vostri raduni io vedo parecchi piccoli borghesi che si divertono con i giullari di turno!
Mi auguro di non essere pessimista!
Spero tu abbia ragione!

Anonimo ha detto...

purtroppo l'esazione ti è dentro e difficilmente vedrai con occhi diversi