9 gennaio 2008

A NORD, A NORD, COMUNITARI!

Cari amici della Comunità Provvisoria,
mi dispiace ma state prendendo delle brutte cantonate. La questione rifiuti, ma molte altre che si sono già presentate e si presenteranno, vi fanno andare fuori strada.
C'è poco da stare allegri. C'è un'impressionante incapacità di analizzare i processi storici alla luce dell'epoca di trapasso che stiamo vivendo. Tralascio la questione specifica dei rifiuti, su cui mi propongo di intervenire un'altra volta (tanto ormai si è capito che ci accompagnerà per molto tempo).
Se ne leggono di cotte e di crude anche sul nostro blog. Senza nessuna voglia (o capacità) di raccontare, come si dice nei tribunali, la verità tutta la verità nient'altro che la verità.
Invece è proprio quello che, in un'epoca confusa e di sfiducia collettiva, bisognerebbe fare.
La Comunità provvisoria, se vuole avere qualcosa di nuovo da dire e provare ad inventare un minimo di "nuovo alfabeto" (perchè siamo davvero a questo, a un analfabetismo analitico spaventoso, a un analfabetismo affettivo spaventoso, a un analfabetismo del vivere civile spaventoso), deve sforzarsi di cercare il massimo di verità negli avvenimenti. Non è facile d'accordo, ma questa è la sfida.
Piaccia o non piaccia ai nostri piagnucolosi o incazzosi commentatori, nella nostra epoca, ahimé, non ci sono "innocenti". L'innocenza se n'è andata a farsi benedire quando abbiamo raggiunto la "terra promessa" del progresso e del benessere. Per questo viviamo, a me sembra, un periodo di decadenza. Una sorta di "stagnazione civile" che produce un ingolfamento della storia.
Ed ecco che le parole sembrano sempre più vuote, quando le pronunciamo ci accorgiamo che non corrispondono più alla realtà.
La questione rifiuti a Napoli è emblematica. Si balbetta qualche mezza verità. Per esempio che la classe dirigente è clientelare e famelica, che c'è complicità della politica con la camorra, che il Nord ha "inzuppato" nella crisi meridionale invece che aggredirla. Tutte cose vere, ma raccontate, appunto, con furbizia, con la logica delle verità "deboli", e naturalmente con lo sguardo rivolto al passato.
Allora mantenetevi forti, comunitari e frequentatori del blog!
Voglio fare incazzare di brutto alcuni di voi, provando ad elencare alcune cose che a me sembrano un tantino più vicine alla verità.
1) In nessuna città del Nord Europa o anche del Nord Italia le popolazioni sarebbero convissute con tonnellate di immondizia in mezzo alle strade. Se non fossero intervenute le autorità (ma l'avrebbero fatto), i cittadini si sarebbero organizzati in comitati non solo di protesta ma di "risoluzione attiva" del problema, di lavoro o, per dirla con linguaggio che usavamo tempo fa, di "sciopero alla rovescia".
2) In nessuna città del Nord Europa o anche del Nord Italia, nonostante la crisi che si vive ovunque sia pure in modo diverso, le popolazioni convivono in modo così ramificato con la camorra e la cultura camorristica e mafiosa.
3) In nessuna parte del Nord Europa o anche del Nord Italia, nonostante la raccomandazione abbia preso piede anche altrove, c'è una psicologia di massa clientelare così diffusa come nel Sud d'Italia.
4) In nessuna parte del Nord Europa o della ricca America del Nord c'è un concentrato di case in proprietà (insieme alle opere pubbliche una delle grandi tragedie del paesaggio italiano e meridionale) come nel Sud d'Italia definito "povero".
5) In nessuna città del Nord Europa o anche del Nord Italia il più rincoglionito degli abitanti, magari anche senza molti soldi, celebra, non dico lo sposalizio, ma semplicemente i diciott'anni della figlia con cento o molti di più ospiti come capita nel Sud d'Italia.
6) In nessuna parte del Nord Europa o d'America intere classi dirigenti, spesso corrotte e clientelari per non dire peggio, vengono premiate dall'elettorato come capita in Italia e specialmente nel Sud d'Italia.

Cari comunitari, si potrebbe continuare, ma per ora mi fermo qui.
Volevo solo dire che il piagnisteo meridionale è finito, non ha più nessuna credibilità, non ci credono neanche quelli che lo praticano. C'è ben altra storia da mettere in moto nel vecchio Sud.
Una storia nuova, che riparta dalla verità, senza nascondere i "difetti" della popolazione meridionale. Una storia che comprenda che è dall'incontro degli "opposti" che possono nascere scintille. Dall'incontro con una donna può nascere qualcosa di grande in un uomo e viceversa. Dall'incontro di un intellettuale con un operaio può nascere qualcosa di grande e viceversa.
Dall'incontro con il Nord può nascere qualcosa di grande nel Sud e viceversa.
Perciò ho ascoltato tempo fa con noia la canzone di Teresa De Sio che declamava: "A Sud, A Sud!". No, mi dispiace. Non è più tempo. "A Nord, A Nord!": questa è la parola d'ordine che mi piacerebbe sentire al Sud e soprattutto tra le nostre montagne dell'Alta Irpinia.

Con affetto
Michele Fumagallo

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