6 gennaio 2008

rifiutano (le dimissioni)


dal corriere della sera di oggi 6 gennaio (tanto per dare di stomaco e aprire un dibattito; proviamo a montare anche un sondaggio _ a.v.)
... Ma nonostante l'impegno del governo, resta alta la polemica politica. Nel mirino il sindaco Rosa Russo Iervolino e il suo predecessore, il presidente della Campania Antonio Bassolino. Contro di lui anche un esponente del centrosinistra, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che senza mezzi termini ha chiesto le sue dimissioni. Bassolino, dal canto suo, ha parlato di parole irresponsabili da parte di un ministro del governo. La tensione resta alta. Ancora oggi, dai microfoni del Gr3, Di Pietro ha ribadito la necessità di un passo indietro di Bassolino e di un «ricambio generazionale» alla guida della regione, non rinunciando ad attaccare anche Clemente Mastella e l'Udeur che difendono Bassolino: «Mastella e il suo partito sono tra quelli che governano la Regione - ha detto l'ex pm -. Alla presidenza del consiglio regionale c'è sua moglie, assessori ce ne sono del suo partito in Regione e in tutta la Campania, quindi, piuttosto è davvero strano che diventino giudici di se stessi. Questi che hanno governato devono lasciarsi giudicare, non fare i giudici...

della vergogna RIFIUTI è opportuno discuterne adesso sul BLOG della C.P.
è auspicabile un manifesto, una petizione firmata da tutti i comunitari che vogliono partecipare alla discussione
anche questo è un'esperimento

20 commenti:

Anonimo ha detto...

era ora che la comunità venisse al dunque

Anonimo ha detto...

La Comunità Provvisoria deve discutere pure di rifiuti? Ma se già è stato detto tutto ed il contrario di tutto sull'argomento! Sono d'accordo con Michele Fumagallo sul fatto che bisogna discutere di argomenti alti! tanto già si sa come va a finire, ovvero che non finisce.

Anonimo ha detto...

E quali sarebbero questi "argomenti alti", forse alludi al tema del "paesaggio"? E quando il tuo bel paesaggio è infestato e deturpato da cumuli immondi di rifiuti, tu di cosa discuti? A me pare che la Comunità provvisoria rischi di assomigliare sempre più al circolo accademico-letterario ispirato all'antica Arcadia, risalente alla prima metà del XVIII secolo. L'Accademia dell'Arcadia rappresentò un movimento autocelebrativo e autoidealizzante, rinchiuso e concentrato ottusamente sui temi della poesia e della letteratura bucolica. La CP sembra in qualche misura la riproduzione in miniatura di questo idealismo accademico-letterario di ispirazione bucolico-agreste. Un idealismo derivante dall'illusione di una natura incontaminata dalla corruzione della cosiddetta "civiltà dei consumi"... e dei rifiuti!
Lucio Garofalo

Anonimo ha detto...

INCENERITORI (no ?)
1 - L'incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine
2 - L'incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3 - Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l'incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare
4 - Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall'incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5 - Le patologie derivanti dall'inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6 - Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell'Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell'ultima Finanziaria è stato accordato il finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7 - In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all'aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8 - I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell'incenerimento dei rifiuti

RACCOLTA DIFFERENZIATA (si !)
1 - Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2 - Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3 - Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4 - Quanto rimane di rifiuti dopo l'attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione
5 - In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell'energia che se ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono 2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica
6 - La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari

Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l'incenerimento sarebbe superato...

Anonimo ha detto...

per documentarsi
le relazioni al convegno di novembre 2007

http://www.federambiente.it/moduli/ECOMONDO%202007/La%20raccolta%20differenziata.htm

Anonimo ha detto...

NOI COMPRIAMO RIFIUTI su
www.borsarifiuti.com
il portale e' dedicato al commercio e al riciclaggio dei rifiuti recuperabili, delle materie seconde e dei prodotti provenienti dal riciclaggio di rifiuti. La raccolta differenziata e' il primo passo per una corretta gestione dei rifiuti. Il secondo passo fallo con noi: valorizzali, vendili

Anonimo ha detto...

No amici, io che ci abito, e non dormo quando osservo inerme la condizione della mia Partenope, vi dico che, secondo il mio umile parere, l’unica soluzione a tale problema è un totale cambio di rotta politica. Sono anni che abbiamo una sinistra napoletana totalmente passiva ai problemi della città! Rosetta, Tonino, che gentaglia; noi cittadini onesti siamo stufi di questo palcoscenico a noi dedicato, siamo stufi di questa politica corrotta con la camorra, qualcuno mi dica cosa è cambiato in meglio in 10 anni. A Napoli servono leggi speciali, pieni poteri alla DIA e alle forze dell’ordine, e soprattutto gente con le palle, per risolvere quello che è all’origine di ogni problema: la Camorra. Pene capitali ai boss, affidamento della prole ai servizi sociali per portarli lontano lontano da questa realtà, fuori dalla città. Tolleranza zero con i traffici illegali di qualsiasi tipo. E vedrete come Napoli si risolleverà, gli imprenditori torneranno, gli inceneritori si realizzeranno, i posti di lavoro si moltiplicheranno.

Anonimo ha detto...

umberto ma se anche l’opposizione non abbaia è colpa di noi cittadini che li legittimiamo attraverso il voto perchè sai meglio di me che in questi territori ( io vivo in prov. di caserta ) le persone tra scegliere di votare la persona onesta o votare la persona che “gli offre un piacere”, preferisce la seconda opportunità!

Anonimo ha detto...

Antonio Bassolino interviene con una lettera su La Repubblica di oggi 7 gennaio rispondendo ad Eugenio Scalfari che ieri dalle pagine dello stesso quotidiano ne aveva chiesto le dimissioni dall'incarico di presidente della Regione Campania e sulla vicenda dei rifiuti replica "ho lottato, fallito ma non lascio". "Non esito a riconoscere le mie responsabilita' - scrive Bassolino - Anche nel silenzio dei tanti che pure hanno ricoperto incarichi importanti"."Se le mie dimissioni potessero servire" a dare soluzione duratura al problema - aggiunge - "non avrei la minima esitazioni". "Ma in questo momento sento il dovere di portare avanti con fermezza la battaglia di civilta' condivisa da tutti gli italiani onesti".

Anonimo ha detto...

Napoli: un mondezzaio coloniale

L’emergenza natalizia dello smaltimento dei rifiuti in Campania è stata comunicata dai media in base ai consueti canoni del razzismo ufficiale. La finta informazione alternativa - quella di trasmissioni come “Report”, e dei best-seller come “Gomorra” o “La casta” - ha consolidato e articolato questo quadro, offrendo parole magiche ed evocative come “camorra” o “sistema”, oppure icone di satrapi della pubblica amministrazione, come il governatore Bassolino, che è una figura analoga a quella di un Bokassa, l’ex “imperatore” del Centro-Africa, l’emblema razzistico dello sfruttamento delle pubbliche risorse a fini di lusso privato. Diventato un “Bokassolino” o il “Bokassa del Mezzogiorno”, il governatore Bassolino costituisce oggi anche lui per i media l’immagine esplicativa dell’inferiorità di un popolo e della sua mancanza di futuro. Il razzismo consiste appunto in una serie di risposte precostituite che servono a prevenire e neutralizzare le vere domande, anche le più ovvie. Che delle strutture amministrative locali, come Regioni e Comuni, si occupino della raccolta dei rifiuti, è perfettamente comprensibile, ma che c’entrano con il loro smaltimento? I rifiuti sono notoriamente uno dei prodotti più esportabili ed esportati del mondo. Da qui deriva la seconda, ancora più ovvia, domanda: come mai una Regione povera come la Campania - che produce quindi meno rifiuti delle altre Regioni - ha sempre bisogno di nuove discariche? E poi ancora un’altra domanda, che costituisce anche una implicita risposta: cosa sono e da dove realmente provengono i rifiuti che le discariche campane contengono e dovranno contenere? Dato che nonostante le barriere mediatiche, queste questioni sono state comunque poste, ecco pronte le risposte rassicuranti/razzistiche alla Roberto Saviano: la “camorra imprenditrice” traffica in rifiuti tossici e allestisce siti per accoglierli. Il razzismo può uccidere ogni buonsenso, e farci credere che le multinazionali che producono i rifiuti tossici siano costrette a implorare dalla camorra un sito per smaltirli. Per la propaganda ufficiale il problema è sempre lo stesso: non esistono popoli e territori asserviti e colonizzati, ma solo razze inferiori e/o subdole.

Blogger Meridionalista

Anonimo ha detto...

Mi sono occupato fino alla nausea di rifiuti ai tempi della battaglia per salvare il Formicoso. Quella battaglia, durata quattro anni, fu vinta, ma come era facile prevedere il problema dei rifiuti ha assunto proporzioni gigantesche. Sappiamo colpe e colpevoli, sappiamo anche che siamo ben lontani dalla risoluzione della faccenda.
Avevo insieme ad Angelo Verderosa immaginato che la Comunità potesse elaborare una sua proposta e magari farla sottoscrivere. Prendo atto che questa via a molti non piace. Allora quello che possiamo dire è che ognuno si organizza come vuole, magari utilizzando anche questo blog per far conoscere le proprie idee e le proprie iniziative sulla materia. Alcuni possono raccogliere le firme, altri possono immaginare performance artistiche. Piena libertà a tutti, ma senza usare il cappello della “comunità”. Non siamo un partito e ci mettiamo poco a prendere una decisione e a cambiarla. Non abbiamo neppure paura di manifestare la nostra impotenza che poi è l’impotenza di tutti in questo periodo.
La nostra strada la costruiamo giorno per giorno, senza mete preordinate. Siamo provvisori e barcollanti, come i tempi impongono. E siamo anche felicemente disordinati. Cambiamo grafica ogni giorno e non nascondiamo le nostre indecisioni. Basti pensare per fare un esempio all’atteggiamento verso i commenti anonimi. Chi li vuole, chi non li vuole. Rimane l’evidenza che abbiamo iniziato il cammino a Bisaccia mettendoci in cerchio e invitando ognuno a dire chi era e cosa faceva nella vita. f.a.

Anonimo ha detto...

Cari amici.

No, la proposta di Angelo è ovviamente chiara ma assolutamente inopportuna, perchè contraria allo spirito della Comunità Provvisoria e al suo periodo sperimentale di esistenza.

Si può naturalmente avviare una discussione sul problema rifiuti ma al di fuori di logiche partitiche o politiche o professionali o come cacchio le volete chiamare. Quindi niente manifesti, firme e tutto il resto.

Così si rischia di far naufragare l'esperienza della Comunità Provvisoria che è un organismo quanto mai delicato e in "gestazione".

Poi, scusatemi, ma anche come dibattito, che sfizio c'è a parlare di una cosa di cui oggi discutono tutti, addirittura in tutto il mondo? E ne discutono in tutti i modi, sia quello demagogico che quello propositivo? Ma pensate davvero che tutti aspettano noi e il nostro pensiero? Suvvia, amici, un pò di modestia!

Poi, scusatemi ancora: che razza di persone sono quelle che "vanno dove vanno tutti"? Dalle mie parti si chiamano pecore, ma noi siamo irpini, anzi altirpini, cioè lupi non pecore.

Mi permetto quindi di suggerirla io una proposta, penso in stile con l'agire della Comunità Provvisoria: uno dei prossimi incontri mensili, quelli "forti", in uno dei nostri luoghi, magari anche in un luogo simbolico (mettiamo la discarica di Difesa Grande ad Ariano) dedichiamolo alla spazzatura, cioè al "trash". Cinema e video spazzatura, arte povera, poesie spazzatura, teatro spazzatura, il tutto accompagnato, come al solito, con il cibo spazzatura cioè i cibi più poveri e genuini (ricordate il salame "pezzente" o il pane vecchio bollito, o tante altre leccornie "povere"?) della nostra tradizione culinaria.

Con affetto, Michele Fumagallo

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Mike Smoke Cock.
non possiamo avere una valenza politica. Forza Romano, ma no PRodi!

Anonimo ha detto...

La proposta di Angelo è chiara e opportuna. Sui rifiuti non è il caso di fare una chiacchierata da bar, ma bisogna scrivere una proposta precisa per la nostra provincia e sottoporla alla pubblica attenzione. Io direi di procedere in questo modo. Oggi e domani è aperto il dibattito, possibilmente entrando nel merito della questione. Se riusciamo a intenderci mercoledì scriviamo il testo e si chiede di firmarlo.

Anonimo ha detto...

Vi segnalo questo articolo di oggi di Marcello D'Orta sul Giornale di oggi:
Scritto da Marcello D'Orta da il Giornale, 07-01-2008

A Napoli, il problema immondizia è antico quanto la stessa città, che pure conta duemila e cinquecento anni. Non lo risolsero i greci, non lo risolsero i romani (che pure erano maestri in questo genere di cose), e non lo risolsero i Borbone. Nel Settecento, secolo di massimo splendore artistico della capitale, le strade erano luride, come testimonia, tra l'altro, una lettera di Leopold Mozart (padre di Wolfgang) alla moglie: «La sporcizia, l'enorme numero dei mendicanti, il popolo ripugnante (...) tutto ciò mi permette volentieri di lasciare queste bellezze». Due secoli dopo, Benedetto Croce scriveva che «A Napoli non si è ancora cominciato a portare via le immondizie del Duecento».
Ma quello che si vede in questi giorni è di gran lunga più stupefacente, verrebbe da dire più grandioso, di ciò che si è mostrato ai napoletani di sempre. Montagne di rifiuti che salgono al cielo come torri di Babele della vergogna; roghi che illuminano a giorno la città; feroci battaglie di zoccole, gatti e perfino gabbiani che si contendono i rifiuti.
Tutti levano alta la loro protesta, tutti, tranne gli intellettuali. E tra i pochi che lo fanno, qualcuno sembra mettere la sordina, come a sperare che il proprio pensiero non sia «troppo» conosciuto. Perché mai? È facile rispondere. Perché i maîtres à penser napoletani sono in larga parte prezzolati, quasi nessuno intende mettersi contro il potere che (da tre lustri) distribuisce prebende, protegge, funge da agenzia di collocamento, mette sul trono e defenestra chi gli pare.
A Napoli il potere ha assunto i caratteri di un favoritismo spudorato, di un nepotismo clamoroso e impudente, di un clientelismo sfacciato e perfino spavaldo, caratteristico delle dittature. Il presunto Rinascimento napoletano ha avuto il suo patron artistico in Achille Bonito Oliva, di cui Ruggero Guarini ha scritto: «Egli ha gestito da anni tutta una serie di vanesie e pretenziose installazioni in piazza del Plebiscito, esposizioni di interminabili sfilze di immense croste e vasti scarabocchi lungo le gallerie del metrò e vari deliziosi progettini di decorazioni urbane affidate a creativi di regime».
Tra queste «opere d'arte» ci sono degli autentici obbrobri, come le cancellate della Villa comunale (che hanno suscitato l'ira funesta di Sgarbi), una fontana al Vomero (subito battezzata dai napoletani 'a vasca d''e capitùne) e una sfilza di scarpe vecchie in una stazione del metrò. Questi lavori sono costati al contribuente napoletano miliardi di vecchie lire. Tra i protetti dal regime, artisti come Fabro, Paladino, Kounellis, e lo scultore e pittore Damien Hirst, che ha avuto il coraggio (l'incoscienza, l'irresponsabilità) di esaltare la stessa munnezza che ci soffoca e ci opprime: «Quello che mi piace di più di Napoli è la sua sporcizia, che è lo specchio della società moderna. Napoli è un grande stimolo per gli artisti». Nelle famose «Notti bianche» (ennesimo scampolo di demagogia sociale) sono saliti sui palchi personaggi dello spettacolo come Pino Daniele, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Tullio De Piscopo, Eduardo De Crescenzo, Giorgia, Claudio Baglioni, Stefano Benni eccetera, e tutti o quasi tutti hanno elogiato il lavoro del governatore, del sindaco, del presidente della Provincia.
Stando così le cose, sarebbe ingenuo pensare che a Napoli un intellettuale additi come responsabile dell'apocalittico spettacolo che offre la monnezza non la sola camorra ma anche la classe politica locale. Il potere - ha scritto Michele Serio - è un venticello. Un venticello che porta premi, prebende, riconoscimenti, gratificazioni, ed è giusto e saggio mostrare un segno di rispetto verso chi ha il potere di dispensarli. Qual è questo segno? Lo stesso Serio lo indica: in un museo d'arte moderna, innalzare una statua a Bassolino «dalla cui figura provengono luci stroboscopiche che si riversano sulle schiene prone degli intellettuali di sinistra ai suoi piedi».
Si potrebbe poi scrivere una frase di Eric Fromm sulle schiene di questi intellettuali: «L'uomo non vende solo merci: vende anche se stesso».

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare... Casomai ce ne fosse stato bisogno, l'intervento di Fumagallo ha fornito la classica prova del nove che conferma (e consolida) in modo inoppugnabile il (pre)giudizio che mi sono formato circa lo snobismo intellettuale che aleggia e s'aggira, come un fantasma, nello spazio virtuale della Comunità Provvisoria. Che siamo irpini non possono esserci dubbi, che siamo "alti" sarei meno sicuro, che siamo lupi e guerrieri, discendenti dalle antiche tribù osco-sannitiche, ormai mi pare più un vezzo letterario che un dato reale. Resto comunque perplesso ed esterrefatto di fronte all'assurdità di un atteggiamento di indifferenza e di ignoranza (colpevolmente) intenzionale, benché maldestramente giustificata con l'alibi di un comodo e ostentato anticonformismo, di fronte alla violenza scurrile e scatologica offerta dal (melo)dramma napoletano sulla spazzatura. Una piaga storica, certo, come ha giustamente ricordato Marcello D'Orta, ma che si ammanta e si ricopre con i contorni trasfiguranti della farsa più comica e grottesca, benché ormai non ci sia più nulla da ridere... Condivido invece il commento di Fumagallo sull'inopportunità di un proclama ufficiale, di una petizione firmata dai comunitari, di un'iniziativa da sbandierare come frutto di logiche logore ed asfittiche che appartengono ad una classe politica ormai decrepita, che si è rivelata assolutamente inetta, corrotta ed impotente, ma sempre pronta e abile a coltivare ed esercitare i propri affari (qui si inserisce il discorso dul diniego e la riluttanza a ridursi lo stipendio, sollevato da Arminio in un suo recente articolo). Insomma, non si può restare indifferenti di fronte allo scandalo e al raccapriccio che inevitabilmente suscita in noi il paesaggio corrotto e sfigurato da montagne di spazzatura (spazzatura immonda, fetida e nausebonda, non il "trash" artistico-cinematografico-culinario suggerito da Fumagallo). Il paesaggio e lo spazio (squallido e invivibile) di Pianura, come di altri quartieri napoletani, sono assediati e sommersi da cumuli di rifiuti. C'e gente che non riesce più a varcare la soglia di casa per uscire (anche solo per fare la spesa) essendo impedita da mucchi insormontabili di immondizia. A Napoli e dintorni è ormai in atto una feroce vertenza che è esplosa come una spaventosa eruzione del Vesuvio, che forse avrebbe arrecato meno danni! Su Napoli e sull'intera Campania incombe un vero disastro ecologico e territoriale, una catastrofe sanitaria e sociale. Ma incombe anche un'ingiusta e velenosa condanna di stampo razzista, emessa da parte di un sistema mediatico-ideologico-propagandistico che invece di denunciare il colonialismo storico che affligge le comunità del nostro Meridione, preferisce evocare e formulare risposte precostituite, assolutamente pregiudizievoli e compromettenti sull'inferiorità e l'arretratezza culturale dei popoli meridionali, in paricolare della gente partenopea. Gente che è figlia della ricca cultura prodotta dalla Magna Grecia e da altre antiche e raffinate civiltà mediterranee.

Anonimo ha detto...

ieri sera Rosa Iervolino, in un'intervista trasmessa da Vespa, ha affermato che non c'è spazio per i rifiuti tra Napoli e Pompei; ci sono troppo persone e poco territorio. Suggerisce allora al Governo, per le discariche, di guardare dove c'è tanto territorio e pochissime persone... Si guarderà quindi alle nostre zone interne, all'Irpinia. Il nostro territorio, la nostra storia,il nostro Paesaggio è ormai il sacco a cui guardare per svuotare la pattumiera di Napoli.
Lo deciderà il Governo, in modo che i nostri rappresentanti politici, prossimamente potranno ancora dire che non hanno colpe.
Cari Comunitari quale altra situazione potrà essere di nostro vero interesse per arrivare ad una discussione ? e, possibilmente, ad una presa di posizione ?
In questo frangente non mi va di leggere nè poesia nè diari di bordo, nè cambiare i colori del blog.
Trovo stomachevole lo scrivere finalizzato alla distrazione, così come trovo inammissibile l'immondizia che ci circonda e la feroce violenza che si è intravista ieri sera a Pianura.
Cittadini esasperati sporchi, bagnati e mazziati nella strada, facce di pietra, pulite e ben vestite nello studio romano di Vespa. Bassolino non si dimette, dice ancora la Iervolino: "un capitano di nave non lascia (l'equipaggio) nel momento più difficile. _a.v.

Anonimo ha detto...

Cari napoletani, è difficile trovare gente attaccata alla propria città più di voi.
Quest' amore è proclamato non solo da versi e canzoni che vanno per il mondo, ma anche da rimpianti, ricordi, nostalgie, da una continua produzione di libri, di incisioni, di gouaches, fotografie, che tramandano la decantata bellezza della nostra città. So di napoletani che da lontano sognano Napoli e so di altri che per averla dovuta abbandonare sono morti. E allora come si spiega che voi abbiate assistito senza batter ciglio e con suprema indifferenza, quasi si trattasse di una città nemica da distruggere, a tutti gli scempi che negli anni hanno devastato la nostra città fino a renderla irriconoscibile? E ora assistiate a questa estrema derisione della monnezza, che se fosse accumulata in un punto farebbe una montagna più alta del Vesuvio? Quando la monnezza ha cominciato ad apparire nelle strade, perché nessun occhio l'ha guardata, si è allarmato, ha denunciato, o fatto qualcosa per fermarla in tempo? Fu distrazione, negligenza, abitudine, abulia, parassitismo, o fu mancanza di senso civico, di spirito di iniziativa, di classe dirigente, di coraggio intellettuale, di orgoglio, di cultura, di amore infine. O di che altro? Vogliamo domandarcelo una buona volta?
Raffaele La Capria - 08 gennaio 2008 www.corriere.it

Anonimo ha detto...

Condivido lo sdegno e la rabbia di Angelo Verderosa! Finalmente qualche Comunitario Provvisorio comincia a manifestare apertamente i propri sentimenti di scandalo e indignazione morale e civile.
Come dicevo in un precedente intervento, non si può restare inerti e indifferenti di fronte allo spettacolo osceno e indecente offerto non solo da un paesaggio devastato e avvelenato da cumuli di spazzatura immonda, ma anche dalla gente di Pianura assalita brutalmente dalle forze dell'ordine al servizio di un potere cieco e sordo che ha fallito rovinosamente e ora tenta di scaricare (come sempre) le proprie responsabilità e i propri "sensi di colpa" criminali sulla popolazione. Un potere inteso non solo come ceto politico "digerente", locale e nazionale, ma anche come sistema economico-affaristico, costituito da un intreccio perverso e, nel contempo, "fisiologico" tra capitalismo lecito ed illecito, incentrato sulla malavita imprenditoriale organizzata. Oltre al danno (ovvero i delitti e lo scempio di ordine economico-ambientale, sociale e morale), oltre alle "mancanze" e "inadempienze" storiche che si sono accumulate per anni, insieme agli ammassi di spazzatura, anche la beffa generata dalla fiera dell'ipocrisia, dall'esposizione televisiva delle "lacrime di coccodrillo" del "povero ed afflitto" governatore Bassolino!...
Personalmente, da una Comunità di intellettuali io mi aspetterei ben altro che non le reazioni quasi apatiche e disincantate come quelle finora registrate sulla CP, tranne rarissime eccezioni. Ho sempre associato l'idea di "intellettuale" a figure scomode e destabilizzanti come Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini, mosse da una profonda e coraggiosa passione civile autenticamente rivoluzionaria, che li ha indotti ad assumere sovente posizioni fermamente critiche e controcorrente, sempre schierate dalla parte dei soggetti più deboli e indifesi, gli "umili" di Manzoni, i "vinti" di Verga, insomma i reietti e i diseredati della nostra società (ecco come si manifesta il vero anticonformismo!), rispetto alle scelte e agli schemi di giudizio e di condotta predominanti. Pertanto, invito la Comunità Provvisoria a fare altrettanto!
Lucio Garofalo

Anonimo ha detto...

nostro dovere è riunirci e parlare; parlare senza la mediazione e la freddezza del blog.
il blog può fare bene il suo lavoro nei momenti di ispirazione e di meditazione.
adesso è il momento della indignazione e della discussione, possibilmente in circolo e senza leader. per capire innanzitutto. per trovare un nostro ruolo. per ritrovare anche nei momenti della preocuppazione e dell’angoscia sociale un caloroso senso di comunità.
resto sempre per le scampagnate comunitarie ma non mi va di farle quando fuori c’è tempesta.
ne ho parlato anche con franco arminio e con tonino la penna, lucio parteciperebbe; e luigi pure. Spero michele e spero anche antonio, non penso riuscirà a starsene in casa quando nel pomeriggio vedrà i primi camion diretti a Savignano. si parla ancora di cave, lioni, sant’angelo; dopo 14 anni i sistemi tecnici e politici procedono con la più incosciente improvvisazione.
bisogna trovare un luogo (dove vederci). al goleto non è possibile.
possiamo vederci giovedì pomeriggio alle 16 da qualche parte ? _angelo

non è detto che dobbiamo uscire con un documento o postare alla stampa così come non penso opportuno targare la riunione come comunità provvisoria; magari parleremo anche di questo.