Il Sud c'è. Basta con i sogni. È ora di passare all'azione, di Michele Bortone
Quante volte ci siamo chiesti dove siano svaniti i nostri sogni. Non ricordo più quello che ho sognato, quello che volevo fare anch'io. Da quanto tempo non sogno più! Sarà per lo stress o perché non crediamo più nei valori della vita, non abbiamo più fiducia in noi. Per fortuna, sognare non costa niente. Eppure vi dico, amici, sognare si deve e si può. Sono piccoli e grandi castelli invisibili. E' bello sognare ad occhi aperti. Così i sogni si realizzano più facilmente. Oggi siamo tutti un po' artisti o poeti. E' vero, la poesia mette le ali al pensiero. Tutti noi abbiamo quel vizietto: poi lo faccio, poi lo faccio. Ma non facciamo mai niente e non avviene mai niente. Immaginiamo tante cose sospese, che poi finiscono nel dimenticatoio. Naturalmente commettiamo un errore abbastanza pesante. Tutto ha un prezzo e un costo, perché a pagare siamo sempre noi. Possiamo nutrire ambizioni, coltivare progetti e illusioni. Qualche svincolamento può anche starci, quando per esempio gettiamo la spugna, con la scusa che tanto non potremo mai farcela. Ma basta con i giri di parole e affrontiamo il lato pratico. Un conto è parlare e scrivere, un conto è realizzare. Forse state pensando a quello che penso io, cioè che un po' di colpa è da addossare alla burocrazia e agli abusi di potere. Ma non si può scaricare sugli altri quello che spetta solamente a noi: non possiamo sapere cosa l'altro ci risponde, se prima non gli rivolgiamo la domanda. Dunque, passiamo dalle parole ai fatti. Costo, tempo, pazienza equivale al progetto realizzato. Oggi con le nuove tecnologie a nostra disposizione è più facile fare impresa. Ma ci spaventiamo già in partenza, perché tendiamo ad ingigantire sia l'impegno che i relativi rischi. E allora restiamo bloccati, incapaci di agire. Nel nostro Sud la rassegnazione e l'impotenza sono cresciute a dismisura. Ma basta con i sogni che restano eternamente chiusi nel cassetto. È venuto il momento di svegliarsi, di rimboccarsi le maniche e passare all'azione. Il pessimismo produce soltanto altro pessimismo. È una catena che bisogna spezzare. Cerchiamo di sostituirlo con l'ottimismo della volontà, perché ne va della vita non solo nostra, ma anche di quella dei nostri figli e dei nostri nipoti. Il nostro Sud ce la può fare.
26 novembre 2007
il sud c'è
Etichette: lacedoniesi nel mondo
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