28 dicembre 2007

parlando ieri con il Sindaco di Ariano

Ieri sera ho assistito in Cattedrale ad Ariano ad un favoloso concerto di Musica Sacra, tenuto dal coro polifonico della Basilica Cattedrale. Il coro è diretto dai Maestri Francesco ed Ornella De Paola. Scherzosamente ieri, nell’andarli a salutare per complimentarmi con loro del loro lavoro, li ho invitati ad una sana competizione con la Corale Polifonica della Madonna di Fatima. // Sapete, ste cose mi divertono un sacco e sono l’unico modo che mi piace per confrontarsi senza perdersi nei formalismi del piffero e sono un modo per arrivare subito al nocciolo delle cose. Certo è che la carriera diplomatica mi sarà preclusa per sempre. // Bene, un concerto davvero favoloso, con musiche di Bach, Yon, Dubois e poi con la messa in Do Maggiore “Dell’incoronazione” K317 di Mozart. Una splendida cornice e davvero una serata memorabile. // Parlando ieri con il Sindaco di Ariano, l’impressione che ho avuto è che francamente gli sforzi mirabili fatti da questa amministrazione (ma poteva essere anche di un’altra amministrazione) non implichino il raggiungimento degli obiettivi ambiziosi che la Città di Ariano si pone. // Quali sono gli obiettivi? Far ritornare Ariano ad essere il centro di maggior stimolo culturale del circondario ma anche della provincia ed un centro di richiamo per l’intera Regione. Tutto sommato non mancano le risorse umane da impiegare, non manca il pubblico, non mancano i legami giusti con i Media e con il mondo della Cultura. Cosa manca allora? Penso che manchi il progetto integrato per la Città e la capacità di promozionarlo a livello nazionale ed internazionale. // Penso che il Cartellone di Classicariano sia di primissimo ordine e dia prestigio alla Città cosi come agli amministratori che lo hanno proposto. // Ma penso che un valore da condividere fra qualsiasi maggioranza e qualsiasi opposizione sia di condividere il progetto per poi dividersi sulle metodologie per portarlo avanti. // Ed io penso che il progetto per Ariano cosi come per tutta la Valle Ufita debba essere la Cultura, l’accoglienza, l’ospitalità la convivialità. Sembrano slogan banali ma poi mi ritrovo a discutere con Giuliano Albanese, valente giovane manager di una ditta a Dublino in Irlanda, e mi dice che ogni settimana si potrebbero avere 500 persone che vengono a visitare le nostre terre dal Nord Europa e che vogliono alla fine essere coccolati dal vino dalla birra dai formaggi dai salumi dal calore umano dalla cultura che sono poi le nostre specificità. Cari Signori Amministratori e Politici tutti, siete in grado di catalizzare tutte le energie presenti sul territorio e tutte le idee che privati cittadini vorrebbero realizzare per il bene della Comunità? Ce la facciamo a creare un osservatorio permanente ed un laboratorio di progettazione culturale che vada al di là delle logiche perverse e demoniache di potere e spartizione? Oppure dobbiamo ragionare sempre col le logiche elettorali e con le scadenze da qui ad un anno e mezzo. Ad Ariano vedo che sta nascendo una nuova consapevolezza nella società civile: non possiamo consentire a nessun partito politico di non considerare il bene di tutti, nessuno escluso, come l’unica priorità da considerare in qualsiasi agenda politica. Antonio Romano

7 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

è proprio così...ci vorrebbe un direttore artistico libero di scegliere, per motivi MERITOCRATICI, le manifestazioni culturali per arricchire e aumentare la visibilità di certe oasi di pace nel territorio nazionale. La cultura non deve essere strumentalizzata per secondi fini, nè vi debbono essere personaggi di dubbia validità artistica che con "sponsorizzazioni" riescono dove i "comuni mortali" non arrivano, nonostante le immense capacità espressive di alcuni senza santi in paradiso...
(questo commento non ha nessun riferimento perchè non conosco il territorio, ma è uno "sfogo" personale di una situazione pressocchè dilagante in Italia in molti ambiti, non solo artistico e culturale, ma anche nel lavoro in genere).

Anonimo ha detto...

Caro Antonio,
ho letto con piacere la tua proivocazione che hai voluto fare, indirizzandoti al sindaco di Ariano.
Condivido perfettamente quello che hai scritto e cha da tempo ti sforzi di informare i giovani e l'opinione pubblica.
In verità, Ariano è tagliata in due tra il centro e la periferia.
Pur lodando gli sforzi dell'amministrazione comunale che sta perseguendo la politica di fa rivivere il centro storico, tuttavia non si può ignorare il motore economico delle periferie, non sempre adeguatamente valorizzate.
Cito, solo una banalità, ma che fa pensare, chissà perchè non funziona adeguatamente il servizio di pubblicizzazione verso le periferie.
Tolti i manifesti giganti, solo alla vigilia ho avuto in possesso del carnet della importante manifestazione Classicariano 2007.
Ariano ha tutte le potenzialità per diventare la città che traina il resto del circondario, sembra ancora iusolata, per motivi politici... ma il gigante dei giovani e dell'opinione sembra ancora ingabbiata negli schemi tradizionali a compartimenti stagno tipica del provincialismo meridionale.
Bisogna far svegliare il gigante addormentato e mettere in rete la creatività e progettualità dei giovani e dei nuovi inmprenditori
L'idea di fondo è quella di organizzare una grande agvorà virtuale e reale dove trutti liberamente e senza influenze possano progettare e realizzare nuove idee ed altro...
Non bisogna scoraggiarsi...
Io metto a disposizione le miue poche capacità e organizziamo una rete di blog... facciamo sentire anche la nostra voce.

Auguri a tutti i giovani e alla comunità arianese.

Anonimo ha detto...

Carissimo Antonio, non per essere campanilistici, ma devi pazientare ancora un mesetto, poi potrai dare sfogo a tutta la tua verve di critico ormai affermato.
Mimmo

Anonimo ha detto...

Caro Antonio io sono fermamente convinto che le nostre terre abbiano grandi capacità di attrazione. La verità è che si deve lavorare al fine di creare un sistema territoriale intregrato. Oggi nei servizi turistici non esiste segmento di clientela non raggiungibile. Basta conoscerlo e colpirlo "vendendo" un'esperienza, un'emozione. Questo si può fare benissimo nelle nostre terre , in particolare ad Ariano. E' da molto, e tu lo sai, che io ho in mente molti progetti sul tuo paese, anche essendo un grottese d.o.c.g., visto che gli oltre 20 agriturismi arianesi, il commercio, l'artigianato e la vostra cultura già rappresentano un sistema. La verità è che parlando con qualche ristoratore, ci sono stati già degli esperimenti da parte di alcuni sciacalli della zona, che limitano lo sviluppo e la buona fede degli operatori. Giovani professionisti del settore, come posso essere io, avranno immani difficoltà ad interagire con tutte le componenti locali, se il presupposto fino ad oggi, anche e soprattutto dei politici locali, è stato quello della MARKETTA indiscriminata. Io ci credo! sono convinto che possiamo fare molto, il tuo amico di Dublino ha colto nel segno, sucuramente servono strumenti scientifici, perchè il turismo, la valorizzazione territoriale e la sua pianificazione integrata non sono mai frutto di improvvisazione, ma risultati di scelte strategiche di lungo periodo.

Anonimo ha detto...

In un processo di “globalizzazione” come il nostro si può pensare solo a migliorare le nostre specificità locali e caratterizzarle sul “mercato globale” attraverso anche siti internet.

Quando parlo di “comunità provvisoria del sorriso” nella sostanza parlo di una specificità, di un esperienza di un modello che si può "esportare" e che possa servire anche localmente per superare tristezze e paure.

Se pensiamo oggi al fenomeno del mercato globale creato intorno ad EBAY e di come oggi posso comprare a mio figlio Andrea (gioca in una squadra di Pontecagnano) le scarpe da basket a 50 euro, direttamente negli Stati Uniti D'America invece che nel negozio sotto casa a 200 euro (le fanno solo poche case e quindi te le fanno pagare una cifra), allora si può comprendere bene cosa significa oggi anche la nostra crisi economica e come dovremmo inserirci nel "mercato".

Non un mercato fine a se stesso ma un mercato che pensa globale ed agisce localmente. Questo è uno dei vecchi slogan che mi sembrano molto appropriato anche al caso nostro e che tu in sintesi evidenzi in questa tua riflessione.

L’agire locale però impone una responsabilità che è quella dell’ascolto totale.

Per questo motivo sinceramente, se da una parte posso comprendere le vostre le tue preoccupazioni sui commenti anonimi, questi se rifletti sono dettati più dal pregiudizio e dalle nostre false credenze o meglio da quello che ci serve far credere? Ciò però fa venire meno a mia opinione un'altra e la vera esigenza di ricerca di verità che una comunità come la nostra dovrebbe sapere affrontare.

Chiaramente mi riferisco alla pubblicazione di comunicazioni anonime sul blog.

Dall’altra ci dovremmo chiedere perché questa paura, come già anticipatoti in un'altra mia comunicazione in proposito di questo problema, a parlare in maniera anonima. Perchè non promuoviamo un incontro su questo tema a parte i cori?

Non creo che si possa costruire una “comunità provvisoria” sulla base di regole vecchie. La censura è solo figlia delle paure e le paure non hanno mai creato niente di buono solo sofferenze e lutti.

Ecco mi piacerebbe vivere in una comunità provvisoria locale che sia aperta al mondo. Una comunità provvisoria che pensasse a caratterizzare la sua azione non su “vincoli e limitazioni” ma su principi e regole condivise di superamento di tutti i pregiudizi e di tutte le paure, attraverso l’accoglienza, la comprensione, la gioia e l'amore incondizionato per tutti gli esseri umani di destra, di sinistra , o di centro sinceramente sono aspetti che non mi interessano più.

Devo dirti, sinceramente, che nelle comunicazione “anonime” che ho letto fino ad oggi c'è molto meno acredine, molto più senso di partecipazione ed amore che nelle logiche di potere delle tue comunicazioni.

E, non dico ciò perché sei o ti dichiari fascista o di destra, come già ho detto della cosa non mi preoccupo, mi preoccupo invece che viene meno l'aspetto più umano e ciò fà perdere di vista a mia opinione i veri obiettivi di una comunita come la nostra.

Perché sinceramente ritengo il tuo atteggiamento molto negativi?

Proprio rispetto agli obiettivi che si propone la stessa “Comunità Provvisoria”. Obiettivi che non possono essere a mia opinione la ricerca della perfezione, ma semmai la ricerca ed il coraggio dell’imperfezione, la consapevolezza di appartenenza ad un percorso nuovo di vita, di ognuno di noi. Dello scrivere non intellettuale ma con il cuore.

Ecco se devo commentare con sincerità i tuoi scritti non posso che prendere atto finora di una mancanza di ricerca vera per costruire una comunità provvisoria, ma semmai costruire un “contenitore intellettualoide” che non fa nient’altro che riproporre vecchie logiche di potere.

Per questo motivo sinceramente credo che il blog della “Comunità Provvisoria” per sua natura dovrebbe essere aperto a tutti (non solo ai grandi nomi) e neppure chiuso attraverso un comitato censorio.

Altrimenti credo che questa sia un’altra storia.

Nanosecondo

Anonimo ha detto...

Antonio, approfitto di questo spazio prima di tutto per sollecitarti nel rispondere all'ultima mail che ti ho inviato: come mai non hai risposto? Lo so che la fede è cieca, ma anche i laici convinti hanno bisogno di risposte. =) Per quanto riguarda il tuo articolo posso dire questo: è sempre apprezzabile lo sforzo che ognuno di noi mette in essere per una evoluzione in positivo della nostra comunità; sappiamo tutti benissimo quanto sia difficile prima di tutto mettersi insieme, e dopo affrontare le problematiche in modo costruttivo, ma la deriva culturale che si è avuta negli ultimi 10 anni non fa intravedere nulla di tutto questo. Le iniziative istituzionali sono chiuse ai più, sono mirate e talvolta costruite in modo mirato, non sul fine ma sul chi; abbiamo assistito a tantissime simil-iniziative senza alcun beneficio per la comunità, attività che nascono e muoiono dai capricci di qualcuno. Bisognerebbe introdurre un meccanismo meritocratico che regoli la % di ICI da pagare =) Le associazioni sono morte, nessuno le sovvenziona, le istituzioni magari ne approfittano senza scrupolo alcuno per mantenere alta la propria gloria e, d'altro canto, come diceva il Prof. Orsogna, le nostre voci si sono sempre infrante contro le cancellate del municipio. Il malcontento è tale che nessuno prende più l'iniziativa, la counità si sgretola in tante piccole intelligenze che da sole valgono quanto un mattone senza cemento, come una città senza elettricità. La sensazione di impotenza la proviamo quotidianamente sulla nostra pelle, sulla nostra immaginazione che è legata al nostro intimo ambito e non riesce ad andare oltre. Al sindaco io chiederei questo: è possibile che la mia prima riflessione quotidiana, appena aperti gli occhi la mattina, sia rivolta alla ricerca di un posto migliore in cui dar spazio alle mie idee o dove un figlio possa scegliere cosa farne della propria intelligenza?

Scusami per la confusione, ho buttato tutto giù di fila dato che oggi rientro a lavoro ed il tempo, si sa, ancora non si può comprare.

Ti saluto
Giammi