2 gennaio 2008

ma il costo della politica coincide in gran parte in Italia con quello delle istituzioni

Caro Franco, // sì, certo, i consiglieri regionali farebbero bene a ridursi lo stipendio del dieci per cento e a devolverlo al bilancio regionale. Ma il problema è che non lo fanno, e non sono i soli a non farlo. Si potrebbero citare, soltanto nella storia degli ultimi 20 anni, numerosissimi esempi di richieste di piccoli sacrifici alla classe amministrativa (attenzione, non classe politica!), tutti disattesi. Allora cosa vuol dire, che sono tutti corrotti, insensibili, egoisti, rincoglioniti e chi più ne ha più ne metta? No, caro Franco, le cose purtroppo non stanno così, voglio dire che non sono così semplici. Certo, c'è una esagerazione tutta italiana su stipendi, benefit, eccetera riguardante il ceto cosiddetto politico. Guadagnano troppo e producono poco, questo é sicuro. Ma al punto in cui sono arrivate le cose, e dopo infinite richieste di piccoli sacrifici mai esaudite, occorre chiedersi il perchè accade questo se non si vuole cadere nella protesta banale e nella reazionaria richiesta di capri espiatori o di sfoghi popolari (il sud è maestro nella protesta che precede la rassegnazione). // Io credo che dobbiamo interrogarci sulla validità e funzione delle istituzioni in cui è diviso lo stato italiano. Scopriremo qualcosa di veramente scandaloso, una piovra che mangia danaro in modo impressionante, altro che riduzione di uno stipendio del dieci per cento! E soprattutto una piovra che sta lì a impedire un nuovo sviluppo e un nuovo progresso della società italiana a dispetto dei proclami contrari. // Oggi lo stato italiano, che dovrebbe attrezzarsi a "chiudere" in prospettiva della costruzione (già in ritardo sui tempi della storia) del nuovo stato (federale magari, d'accordo) europeo, è diviso in stato centrale, regioni, province, comunità montane, circoscrizioni nelle città, comuni. Tralascio i numerosissimi Enti su cui occorrerebbe fare un altro discorso. Che c'entra tutto questo con le prospettive future del nuovo stato europeo? Vogliamo scendere nei particolari? Bene. // Che c'entrano le regioni (venti!) nella prospettiva del nuovo stato europeo? E' ovvio che in quella prospettiva è l'Italia ad assurgere al ruolo di Regione (che, si badi bene, è un'istituzione giusta, punto intermedio tra Stato Nazionale e Comuni), che cazzo c'entra la Campania o la Lombardia?
Vogliamo proseguire, anche a prescindere (ma non si può, ovviamente) dalla costruzione del nuovo stato europeo? Bene, prendiamo un'istituzione fondamentale come il Comune. Che c'entra, semplicemente con la modernità, un'aggregazione o paese di cento, mille, diecimila e anche trentamila abitanti con un Comune moderno all'altezza dei bisogni di una collettività fatta di uomini-macchine che si spostano continuamente, che hanno altri bisogni dal vecchio comune isolato di cinquanta o cento anni fa? E ancora: che significato hanno le Comunità Montane su cui è stato detto tanto e non aggiungo altro solo per non sparare sulla croce rossa? E le Province, che sarebbero tranquillamente eliminate se si ragionasse in termini di Nuovi Municipi che naturalmente non possono avere, se vogliono programmare all'altezza della storia del nostro tempo, meno di ottanta/ centomila abitanti? Semplifico, rimandando il discorso a un'altra volta. L'Italia dovrebbe essere divisa così: 400 / 500 Comuni (decentrati nello stile dei Municipi della città di Roma nelle grandi città, aggregazioni dei vecchi comuni per territorio in tutti gli altri numerosissimi casi) raccordati da una Regione forte che è l'Italia, nel frattempo ridimensionata come stato nazionale in favore del nuovo stato europeo che prende la funzione e i poteri (forti!) degli stati nazionali. // Ecco, questa è la battaglia contro il costo della politica, non ce n'è un'altra. Tutte le altre hanno fallito perchè si sono "sottomesse" a chiedere piccole cose e hanno ricevuto, ben gli stà ho la tentazione di dire, pesci in faccia. E' solo la battaglia per la riforma radicale delle istituzioni che può portare anche a piccole vittorie sulla diminuzione degli stipendi. Chi si "sottomette" al ceto politico può solo avere risposte simili a quelle della regione Campania.
Con affetto, Michele Fumagallo 3.1.2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti al "nuovo" D'Alema di Nusco!

Anonimo ha detto...

Approposito di manovre finanziarie e costi della politica, a novembre del 2006 così scrivevo su girodivite.it.

La ver era ancora quella del sindaccalista per caso ...già aspirante Clown Dottore.

Sinceramente oggi credo che se non cambia il nostro modo d'essere. Si riscrivono i nostri veri bisogni di democrazia non si riuscirà a fare quella "riforma" della politica così necessarie.

Il modello? L'ho già detto "la democrazia è la capacità di un popolo di unificare dolore, paure ed amori.

questo è il link , se avete tempo leggetevi le mie riflessioni di allora:

http://www.girodivite.it/Manovre-finanziarie-dalla-padella.html

Nanosecondo