7 gennaio 2008

Costruire qualcosa di nuovo, sia pure provvisorio, presuppone una visione diversa dal gioco ricorrente

Costruire qualcosa di nuovo, sia pure provvisorio, presuppone una visione diversa dal gioco ricorrente / Cari amici della Comunità Provvisoria,
mi vedo costretto a intervenire per la terza volta su cose che dovevano già essere acquisite tra di noi e invece riscontro sempre la tentazione di ritornare indietro. Mi riferisco al rincorrere l'attualità, o addirittura gli ormai stucchevoli sondaggi. E' evidente che questa creatura fragile che si chiama Comunità Provvisoria, se continua su questo tasto, rischia di sfaldarsi o, peggio, di avere un "successo" effimero e negativo. Nessuno pretende di parlare al di fuori dell'attualità, d'accordo, ma noi dobbiamo distinguerci affrontando qualsiasi problema, naturalmente con ordine, da un'angolatura "alta", diversa dal chiacchiericcio dei politici ufficiali, dei finti cittadini (in realtà "casalini"), dell'informazione drogata.
La Comunità Provvisoria è un organismo delicato. Chi vuol farci parte deve capire che è una cosa provvisoria ma seria. Ho preferito chiamarla già due volte "arte applicata a incontri tra amici", molte più volte "sperimentazione". Chi ha fretta di rincorrere la realtà rischia la manipolazione dell'organismo. Chi vuole stare nella Comunità Provvisoria e nello stesso tempo impegnarsi in altre cose deve attrezzarsi alla "doppia militanza". Capire che quì non si fa tutto, e quindi alcune cose (politiche, professionali, eccetera) bisogna farle al di fuori, per conto proprio.
La Comunità Provvisoria gestisce un suo sito internet di dibattito (da regolare con argomenti non solo "alti" ma anche spiazzanti in rapporto all'agenda "ufficiale" dei problemi), promuove un incontro mensile "corposo" e alcuni incontri più piccoli ma non meno significativi.
La Comunità Provvisoria si dà un tempo di sperimentazione di circa un anno, poi fa un bilancio di se stessa e decide il da farsi.
Naturalmente, durante questo anno di attività, si possono anche prendere decisioni che modifichino in piccolo l'impostazione di alcune cose della Comunità e guidino al traguardo finale dell'autunno prossimo, ma senza stravolgere la sua originalità di organismo appunto provvisorio, libero, che ha voglia di incontrare persone e con loro vivere, nei nostri territori, alcune esperienze di qualità sia dal punto di vista umano che culturale e artistico.
Per quanto mi riguarda, io ho aderito per questo. Il resto per me, in questa struttura oggi, non avrebbe alcun valore. Michele Fumagallo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Michele,
sono completamente in linea e in accordo con te. Ho avuto poco tempo gli scorsi mesi per partecipare attivamente ai post e ai commenti. Sto cercando un pò di tempo in più proprio per leggere prima i post altrui, come il tuo sul viaggio, e commentarli se mi ispirano qualche riflessione. Non a caso ho inviato il post sul viaggio dopo averti letto e commentato, cercando di essere in linea verso una direzione che mi sembrava unitaria e tesa anche al paesaggio.
Ma, avevo pensato stamane di lasciar perdere il blog, proprio ora che stavo iniziando ad approfondirne la lettura, anche in relazione all'aria da bar strapaesano o, come le chiami tu, da cittadini "casalini", nonché personaggi con nick che sono uguali all'anonimato. (Mi preme sottolineare che adoro i bar di paese, li ho vissuti e li vivo intensamente cercando di guardare dal di dentro e non da fuori la loro realtà e posia che unisce da amici, e mi danno certo di più che una chiacchierata sull'attualità appiattita nel blog, di rivoluzionari e raccoglitori di firme senza utilità concreta). Se si continua sulla "TUA" linea sono in sintonia altrimenti saluto tutti fin d'ora.
buonpomeriggio
Domenico Cipriano

Anonimo ha detto...

Caro Michele mi trovo d’accordo nel pensare la Comunità provvisoria con le tue parole” ma senza stravolgere la sua originalità di organismo appunto provvisorio, libero, che ha voglia di incontrare persone e con loro vivere, nei nostri territori, alcune esperienze di qualità sia dal punto di vista umano che culturale e artistico”.
Ma forse la Comunità provvisoria è una innocua metafora per indicare l’attività di individuazione e di analisi dei molti sottintesi ideologici nascosti nel nostro vivere quotidiano. L’assunto su cui si basa tale tesi è quello per cui l’ideologia non si ritrova soltanto nei sistemi di pensiero organizzati (quelli che, peraltro, tutti dicono essere in crisi), ma si annida in ognuno degli infiniti scambi attraverso i quali si realizza la vita associata. In parole più povere, nella consapevolezza che ciascuno cerca di imporre agli altri i propri valori, ma pochi si prendono il disturbo di dichiararli davvero, preferendo ostentarne degli altri, forse più innocui.
L’idea sarebbe quella di denunciare e smontare le mistificazioni di questo tipo: un obiettivo ambizioso.
Può la C.P. oltre alla cura del “bello” aiutarci a “pensare”?
Qualcuno ci deve pure provare, no?

Anonimo ha detto...

Mi scuso ma la fretta fa brutti scherzi e mi impedito di firmare il post precedente con il mio vero Nickname: Il giardiniere